SCHEDA RIEPILOGO DELL'EVENTO SELEZIONATO
Titolo eventoPaesaggi storici del mandamento di Sondrio / Il paesaggio alpino e le attività della montagna (evento FAD-COVID 19)
Ordine organizzatoreOrdine degli Ingegneri della provincia di Sondrio
Tipo eventoseminario
Posti totali50
Posti disponibili19
In lista d'attesa0
Scadenza iscrizione17/11/2020
Priorità Iscrizioni:  - professionisti appartenenti all'Ordine organizzatore
Durata ore4
Crediti3
LuogoEvento in modalità FAD Sincrona
Qualifica docentiLialiana Martinelli Perelli - Docente Università degli Studi di Milano
Guglielmo Scaramellini - Università degli Studi di Milano
Paolo De Vingo - Docente Università degli Studi di Torino
Coordinatoreing. Carlo Erba
DescrizioneLILIANA MARTINELLI PERELLI:” A proposito dell’utilizzo economico del territorio della Valtellina centrale. La documentazione medioevale degli enti ecclesiastici (secoli XI-XIII) come fonte di una esemplificazione.”
Per i secoli del tardo medioevo è possibile dare qualche indicazione di massima sulla storia del paesaggio agrario ed il suo utilizzo economico, traendola da quelle fonti di natura documentaria che sono i cartulari notarili dei quali è particolarmente ricco l’Archivio di Stato di Sondrio. Per i secoli antecedenti, invece, il ricorso più frequente è ai fondi archivistici lasciatici dagli enti religiosi. Si tratta ovviamente di notizie episodiche, registrate sempre da notai ma con un’ottica particolare. È comunque possibile ottenerne una serie di flash esplicativi in grado di rientrare in un discorso più ampio.

GUGLIELMO SCARAMELLINI: "Ambiente naturale e paesaggio costruito: attività economiche, sistemi insediativi, paesaggi culturali nelle Alpi centrali”
Il paesaggio è un concetto moderno e indica le fattezze che un territorio assume agli occhi di un osservatore; dunque è un’interpretazione soggettiva dei caratteri di un territorio che diventa oggettiva quando è motivata e accettata culturalmente (quando, cioè, è formalizzata in modo condiviso da un gruppo umano). Alpino è dunque un paesaggio che non solo è presente nelle Alpi, ma che ne è anche, in qualche misura, “tipico”. Deriva, cioè, dall’interazione fattiva fra un ambiente naturale e una comunità umana che lo interpreta e lo adatta alle proprie esigenze tramite le capacità intellettuali e materiali di cui dispone. Per questo motivo il paesaggio alpino è costruito, benché spesso possa apparire naturale. Gli aspetti riguardanti la formazione dei nuclei demici di aggregazione per la gestione e il servizio del territorio sono stati esaminati nell’incontro precedente; in questa sede si considerano le condizioni iniziali, quasi elementari, della formazione dei paesaggi alpini antropici, cioè quelli naturali adattati alla vita umana dalla prolungata e più o meno incisiva azione delle collettività. Ogni paesaggio, infatti, è stato costruito secondo i principi ideali e tramite i mezzi materiali appartenenti a e messi a disposizione da entità sociali, culturali, economiche, tecniche particolari che trasformano l’ambiente secondo la forza dei principi e la potenza dei mezzi disponibili e applicabili. Entità che si definiscono strutture geografiche, formatesi nel corso dei secoli nel continuo confronto con l’ambiente ma anche per l’evoluzione tecnica del settore primario e le innovazioni colturali (come l’introduzione del mais e poi della patata, che modificano profondamente i sistemi di alimentazione delle popolazioni montane). Nella provincia di Sondrio dell’età preindustriale (e durante le prime fasi dell’industrializzazione, scarsamente incisive in Valtellina) sono operative tre grandi strutture geografiche: 1. viticoltura commerciale, 2. agricoltura mista a indirizzo silvo-pastorale, 3. economia mista di traffico, ognuna delle quali si articola in maniera diversa sul territorio e nel corso del tempo, secondo il contesto specifico (ambientale, giuridico, politico, culturale, economico, sociale, tecnico) operante alle diverse scale (elementare o locale, intermedia o regionale, generale o di civiltà).

PAOLO DE VINGO: “Archeologia del ferro medievale nelle aree orobiche valtellinesi”.
La comunicazione si propone di presentare un inquadramento relativo alla metallurgia del ferro nelle aree orobiche valtellinesi nei secoli medievali contestualizzando prima la figura degli artigiani nelle aree lombarde, ed in modo particolare quella di fabbri ed orefici, utilizzando sia fonti scritte e dati archeologici, per poi passare ad analizzare il ciclo di lavorazione del ferro in rapporto al territorio valtellinese entro un arco cronologico compreso tra medioevo e prima età moderna, in una fase temporale precedente la Rivoluzione Industriale quando competenze e tecnologia avrebbero cambiato il processo della metallurgia del ferro in modo significativo. Questo sforamento nel tempo consentirà di svolgere la terza parte della presentazione analizzando i materiali degli scavi valtellinesi (utensili, armi, oggetti della vita quotidiana) che coprono questo arco temporale (compreso tra medioevo e prima età moderna) in modo da ottenere un percorso cronologico e produttivo che abbia un carattere uniforme e segua una dinamica coerente attraverso i secoli.

CostoGratuito